Come si misurano le correnti endorali

Le correnti elettriche endorali possono essere facilmente rilevate utilizzando strumenti elettronici con una sensibilità ed una scala adeguata all'ordine di grandezza in gioco. Il comportamento elettrico dei metalli intraorali è fondamentalmente quella di una cella elettrica o pila di bassa potenza. Teoricamente le due misure dirette che si possono effettuare sono la misurazione della differenza di potenziale o voltaggio e della corrente, o amperaggio; poiché la potenza della cella risulta comunque contenuta, la misurazione del voltaggio risulta poco affidabile perché il seppur minimo prelievo di corrente dal sistema di fatto modifica questo parametro.

Risulta invece molto più affidabile la misurazione della corrente, tramite un galvanometro digitale ad alta risoluzione.

 

 

A differenza di un comune amperometro, quale quello presente in un tester da elettricista, il campo di misura di un galvanometro scende agevolmente nel campo dei µA (micro-ampere). Altra differenza fondamentale rispetto ad un tester è la capacità di registrare una sequenza molto rapida di valori, circa un dato ogni millesimo di secondo, in modo da poter tracciare l'intera curva di scarica della cella esaminata.

La misurazione della corrente di scarica è infatti una misura di tipo distruttivo: la carica elettrica viene cortocircuitata e fatta transitare per intero attraverso lo strumento di misura, fino ad arrivare alla condizione di carica nulla presente sul corpo metallico. Uno strumento privo di registrazione sequenziale e di memoria farebbe vedere solo un valore di picco per qualche istante e risulterebbe assai difficile da usare in campo clinico.

Un'eventaule nuova misurazione del corpo metallico è possibile solo dopo un discreto periodo di tempo, quando le condizioni di carica si sono ripristinate.

 

 

La misurazione della corrente avviene tramite due elettrodi di contatto, realizzati in carbonio. Tale accorgimento è stato addottato specificatamente per evitare la formazione di coppie metalliche durante la misura tra l'elettrodo stesso ed il metallo in esame, condizione che introdurrebbe significativi errori sperimentali.

L'elettrodo di riferimento viene posto in contatto con la mucosa del fornice, nel medesimo lato in cui si realizza la misura. L'elettrodo esploratore viene invece posto a contatto con una superficie libera del restauro metallico da misurare. In tale condizione il circuito elettrodo - galvanometro - elettrodo diventa un arco di scarica per la corrente elettrica del restauro.

 

 

Appena il software rileva una variazione di corrente inizia automaticamente il processo di acquisizione e data logging, che termina dopo 1 secondo, vale a dire 1000 punti di misura. Lo strumento indica quindi graficamente l'intera curva di scarica, la corrente massima rilevata e la polarità della cella (positiva o negativa)

 

 

In modalità numerica il  software è in grado di riassumere i dati principali dell'acquisizione, per una più rapida e sintetica lettura.

 

 

Inoltre è possibile interfacciare lo strumento di misura con un pc e procedere allo scarico di tutta una serie di misurazioni, archiviate dente per dente. Grazie alle funzioni matematiche di calcolo è possibile ricavare l'integrale della curva di scarico e ottenere il valore di potenza totale della cella di scarica. Sebbene ai fini pratici sia più che sufficiente la misurazione della corrente di picco, il valore della potenza è utile per confrontare l'attività elettrica di corpi metallici composti dallo stesso materiale ma aventi dimensioni fisiche assai differenti e per effettuare lavori di ricerca più raffinati e complessi.